Andando indietro nella storia si scopre che il territorio di Arquà ha origini antichissime. Nei pressi del Lago della Costa è stata rinvenuta, alla fine del 1800, una stazione preistorica risalente alla fine dell’età del bronzo, dichiarato dal 2011 Patrimonio #UNESCO... #tuttitaly
Arquà Petrarca, uno dei Borghi più Belli d'Italia, sorse nel Veneto in tempi antichi. Nel territorio del comune, il laghetto della Costa, uno dei siti palafitticoli del Nord Italia, è entrato nel 2011 nella lista dei luoghi patrimonio dell'umanità UNESCO con un villaggio risalente all'età del bronzo.
Inizialmente, il paese si chiamava Arquà, ma con l'annessione del Veneto al Regno d'Italia nel 1868, gli venne affiancato il nome Petrarca per omaggiare il sommo poeta che qui trascorse gli ultimi anni della sua vita.
Per farvi capire quanto è incantevole il borgo, riporto le parole di Francesco Petrarca, che così descrive questi luoghi: "Vasti boschi di castagni, noci, faggi, frassini, roveri coprivano i pendii di Arquà, ma erano soprattutto la vite, l'olivo e il mandorlo che contribuivano a creare il suggestivo e tipico paesaggio arquatense".
Il villaggio originario fu fondato a partire dalla realizzazione di un Castrum sulla parte alta dell'attuale borgo, denominata Monte Castello. Successivamente, intorno alla fortificazione si sviluppò l'intero paese.
Nel 1213 Arquà passò al Comune di Padova e nel 1322, durante gli scontri tra padovani e scaligeri, il castello fu incendiato e distrutto.
Nel 1364 Francesco Petrarca visitò per la prima volta Arquà. Il poeta aveva problemi di salute, così l'amico Francesco il Vecchio da Carrara, signore di Padova, gli regalò un appezzamento con una casa duecentesca proprio ad Arquà. L'edificio venne ristrutturato e adattato alle esigenze del poeta, che seguì in prima persona i lavori.
Quindi vi si trasferì nel 1370 e qui si dedicò alla sua arte, gli ultimi quattro anni della sua vita.
Dopo la morte del Petrarca, si succedettero diversi proprietari che apportarono negli anni alcune modifiche, le più importanti risalgono alla metà del Cinquecento. L'ultimo proprietario, il cardinale Pietro Silvestri, donò la casa al Comune di Padova nel 1875 a condizione che non venisse più usata a scopo abitativo. L'edificio venne quindi trasformato in un museo.
Prodotto tipico
Nel piccolo borgo, diversi negozi offrono la degustazione del brodo di giuggiole, il più famoso prodotto tipico della zona, dal colore rosso ambrato e dal profumo tipico di giuggiole. Ha un sapore dolce e fruttato, con un gusto ricco ed avvolgente. Molto apprezzato.
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