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Basilica di Sant'Apollinare Nuovo - Patrimonio Mondiale dell'Umanità UNESCO- Ravenna- Emilia-Romagna

Teodorico, re degli Ostrogoti, per celebrare la sua vittoria contro Odoacre nel 493 si trasferì a Ravenna, fece costruire il suo palazzo e questa chiesa... Oggi Ravenna conserva ben 8 monumenti inseriti nella lista del Patrimonio Mondiale dell’Umanità #UNESCO... #tuttitaly

Basilica di Sant'Apollinare Nuovo - Patrimonio Mondiale dell'Umanità UNESCO- Ravenna- Emilia-Romagna

La basilica di Santa Apollinare Nuova fu costruita alla fine del V secolo per volere di Teodorico, re degli Ostrogoti che, dopo la sua vittoria contro Odoacre, nel 493 si trasferì a Ravenna, e qui fece costruire il suo palazzo e questa chiesa.


Nel 540, quando i bizantini entrarono a Ravenna, l'antica cappella palatina del re subì una radicale trasformazione. Al tempo dell'arcivescovo Agnello (556-569), la basilica di rito ariano fu riconciliata alla liturgia cattolica e intitolata a San Martino di Tours, nemico degli eretici ariani.

Poco prima del 1137 i monaci benedettini, che si insediarono nella basilica, diffusero la voce che le reliquie del patrono di Ravenna sarebbero state trasferite dalla basilica sepolcrale di Sant' Apollinare in Classe nella cripta della loro chiesa, per timore delle scorrerie dei pirati saraceni. Iniziarono così i contrasti fra i due ordini religiosi, quindi fra il monastero benedettino di San Martino intitolato a Sant'Apollinare Nuovo e quello camaldolese in Classe.

Così, nel 1173 il Papa Alessandro III inviò a Ravenna il legato papale per risolvere la questione. Il mistero venne risolto: i resti del santo furono ritrovati custoditi in un sarcofago collocato all'interno della cripta di Sant' Apollinare in Classe.


Nonostante ciò, agli inizi del XVI secolo, nella basilica di Sant' Apollinare Nuovo, in fondo alla navata sinistra fu costruita una cappella chiamata ancora oggi "Delle Reliquie". Essa testimonia la presunta presenza dei resti del primo vescovo ravennate.

A Sant' Apollinare Nuovo, il protovescovo è rappresentato nella fisionomia in modo simile a quella che si trova a Classe: il volto ricoperto da barba e capelli bianchi con ampia tonsura. La differenza, rispetto all'immagine musiva di Sant'Apollinare in Classe, consiste nella candida veste bianca che il santo indossa e nella corona d'oro tempestata di pietre preziose che regge in mano, e che simboleggia la gloria e il martirio che evidenziano la dorata atmosfera del giardino celeste dei giusti, al quale Apollinare appartiene.


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