Venne costruita durante tutto il settecento. Fu edificata al fine di accogliere il prezioso simulacro del Santissimo Cristo alla Colonna, scampato inspiegabilmente alla distruzione della vecchia chiesa presente a Cava Ispica, a causa del terribile terremoto del 1693 che distrusse tutta la Sicilia orientale. Il loggiato è uno dei rari esempi rimasti di una struttura molto in uso tra 600 e 700, realizzata spesso in legno per le fiere tenute in occasione delle più importanti festività religiose... #tuttitaly
La Basilica di Santa Maria Maggiore a Ispica, situata nella Val di Noto in provincia di Ragusa, rappresenta un prezioso tesoro artistico e storico. Costruita subito dopo il terremoto del 1693, che devastò la Sicilia orientale, la basilica fu eretta per custodire il simulacro del Santissimo Cristo alla Colonna, miracolosamente salvato dalla distruzione.
Inizialmente, venne costruita la cappella del Santissimo Cristo utilizzando i materiali della vecchia chiesetta presente nella Cava Ispica. Con il passare degli anni, l'edificio fu ampliato e arricchito di altari dedicati a Santa Maria Maggiore, Sant'Anna e San Corrado. Sotto la guida dell'architetto Rosario Gagliardi, i lavori continuarono fino al completamento intorno al 1725, quando la basilica fu consacrata.
Durante i secoli successivi, la basilica subì danni a causa di terremoti e l'intervento dell'architetto Vincenzo Sinatra portò alla realizzazione del loggiato semiellittico ispirato al colonnato del Bernini a San Pietro. Gli stucchi furono completati da Giuseppe Janforma tra il 1750 e il 1761, mentre la decorazione pittorica dell'intera chiesa fu affidata a Olivio Sozzi, uno dei pittori più rinomati del Settecento in Sicilia.
Nonostante la prematura scomparsa di Sozzi nel 1765, la basilica continuò ad essere ornata con affreschi e dipinti di grande valore artistico. Nel 1768, Vito D'Anna dipinse il quadro sull'altare maggiore, contribuendo alla ricchezza artistica dell'edificio. Grazie alla sua importanza storica e artistica, la Basilica di Santa Maria Maggiore fu dichiarata monumento nazionale nel 1908 e oggi è considerata uno dei grandi capolavori pittorici del XVIII secolo in Sicilia.
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