L'attuale territorio già nel X secolo fu luogo di frequenti e violente incursioni da parte degli ungari. Per ripopolare il territorio rimasto pressoché desolato, vi furono accolti ed insediati alcuni nuclei di coloni slavi, da cui l'origine del toponimo... #tuttitaly
Sulla riva destra del fiume Isonzo, sorge Gradisca d'Isonzo, un comune italiano del Friuli Venezia Giulia che, dal 1936, si fregia del titolo di città.
Il nome è probabilmente di origine slava, e deriverebbe da gradisce, ovvero "luogo fortificato". Infatti, un documento del 1176, che segna l'ingresso di Gradisca nella storia, parla di un villaggio agricolo di sette famiglie di origine slava e latina sottoposte alla giurisdizione del Patriarca di Aquileia.
La storia di Gradisca si suddivide in quattro periodi: il 400 veneto, il seicento austriaco, l'ottocento asburgico e il 900 italiano.
Nel 1420, la Repubblica di Venezia sconfigge il Patriarcato di Aquileia e, tra il 1479 e il 1511, il piccolo villaggio agricolo si trasforma in una prestigiosa città fortezza; concepita così, come baluardo di difesa della Serenissima e della cristianità contro i turchi. Fu lo stesso Leonardo da Vinci che, nel 1500, mise a punto nuove armi e difese a protezione della fortezza.
Dell'edilizia civile 400-esca non è rimasta traccia. Come testimoni del periodo più antico, rimangono comunque la casa dei Provveditori veneti (oggi sede dell'Enoteca Regionale) e il palazzo del fisco (chiamato anche palazzo Coassini), edificato tra il 1479 e l'83.
Tra il 1647 e il 1717, sotto il governo dei principi di Eggenberg, Gradisca muta completamente aspetto trasformandosi, da borgo fortificato d'origine tardo- quattrocentesca in cittadella residenziale dall'aspetto signorile. Tra il 1650 e il 1750, vengono edificati quasi tutti i palazzetti nobiliari che ancora oggi caratterizzano il centro storico.
Oltre ai palazzetti nobiliari, il centro storico si arricchisce, su iniziativa pubblica, di due edifici: la Loggia dei mercanti, concepita come luogo di incontro della nobiltà locale, divenuta poi punto di riferimento della classe mercantile; e il palazzo del Monte di Pietà, costruito per contrastare l'usura praticata dagli ebrei. A questo periodo appartiene anche l'edificio più importante della città, il Palazzo Torriani, oggi sede del municipio.
Degne di nota sono: casa Toscani, con il suo imponente portale rustico appena ingentilito dal balconcino con ringhiera, palazzo de Fin-Patuna, di sensibilità rococò, e palazzo Lottieri, la cui facciata è la ristrutturazione del precedente assetto quattrocentesco.
Nel 1855, su richiesta dei cittadini, il maresciallo Radetzky consente l'abbattimento di un tratto delle mura difensive, e così Gradisca si apre alla piana friulana, e si libera dall'ossessione militare.
Passeggiando lungo il tracciato delle mura venete, studiate da Leonardo da Vinci, si contano sei torrioni possenti e due porte: Porta Nuova e Porta del Soccorso.
All'interno delle mura si trova il Castello, il cui nucleo principale è rappresentato dal Palazzo del Capitano.
Tra gli edifici religiosi, meritano una visita il Duomo e la chiesa dell'Addolorata, costruita alla fine del quattrocento.
Durante la prima guerra mondiale, Gradisca è data alle fiamme. Finita la guerra, il 6 gennaio 1921 la città è annessa all'Italia.
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