Piccolo gioiello, frutto di un lavoro appassionato del suo creatore Enzo Corbani... #tuttitaly
Per ordine del duca Galeazzo Maria Sforza, nel 1473 iniziarono i lavori per l'approntamento della Rocca Sforzesca di Soncino, su progetto di Bartolomeo Gadio.
A partire dal 1536, con l'infeudazione del Conte Massimiliano Stampa, la Rocca venne gradualmente trasformata in Castello Residenziale, e nel 1876, per lascito testamentario di Massimiliano Cesare Stampa, il fortilizio pervenne in stato di degrado al Comune di Soncino.
Nel 1883 venne dato l'incarico di progettare il ripristino e il restauro della Rocca, all'architetto Luca Beltrami.
Varcando l'ingresso principale della Rocca, si può ammirare la maestosità e l'eleganza di questa struttura. Subito a destra si apre una scaletta, la quale porta al sotterraneo della Torre del Capitano. Una scala interna conduce verso l'abitazione del castellano, la quale costituiva l'estrema possibilità di resistenza e difesa. Da qui, gli assediati potevano raggiungere l'uscita verso Santa Maria delle Grazie.
Nel castello, oltre alla Torre del Capitano, la Torre Cilindrica, i ponti levatoi, gli imponenti torrioni, le alte cortine murarie e gli spalti merlati, possiamo meglio conoscerne il glorioso passato visitando i due Musei: quello Storico e quello Civico-Archeologico.
Naturalmente pare che anche tra queste mura abiti un fantasma. In un documento del XVII secolo, epoca in cui la Rocca era stata infeudata, venne infatti riportata la leggenda del "Folletto dispettoso".
La leggenda narra che quando il marchese Vecchio accendeva una torcia nella sua camera da letto collocata nella Torre del Capitano, il folletto dispettoso spariva e gli strappava le coperte. Che sia realtà o illusione, non ci è dato sapere. Fatto sta che il Castello attira, oltre a turisti curiosi, anche tanti cacciatori di fantasmi.
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