Al centro del paese restano ancora oggi alcune tracce dell’ antico Castello, mentre all'inizio del paese si estende un piccolo e pittoresco lago, che ha originato una leggenda narrata anche dal celebre poeta della Valceno Francesco Zanetti... #tuttitaly
Nell' Alto Lazio, in una meravigliosa zona chiamata Tuscia, caratterizzata da borghi incantevoli e natura incontaminata, sorge Viterbo, città di origini etrusche.
Viterbo è chiamata "Città dei Papi" perché vi si rifugiavano gli eredi di Pietro, soprattutto in occasione di tumulti capitolini; ma anche perché qui ci fu il primo conclave.
Per l'elezione di Gregorio X, i cittadini costrinsero i vescovi ad eleggere un Papa. I vescovi, dopo 33 mesi che non si decidevano a votare, vennero chiusi dentro la sala; e pare che da qui derivi la parola conclave: cum clave (chiusi con la chiave).
Il grigio è il colore che domina la città: il colore della pietra di origine vulcanica peperino.
Cosa vedere
Viterbo, oltre a ospitare quello che gli abitanti definiscono "il quartiere medievale più grande d'Europa" (San Pellegrino), conserva numerose opere architettoniche di grande pregio; ognuna delle quali racconta una storia.
La Chiesa di Santa Maria della Ginestra fu occupata nel 1479 dalla Confraternita della Misericordia con lo scopo di preparare alla morte i condannati alla pena capitale.
In una cassetta sotto l'altare pare che siano riposte le corde utilizzate per l'impiccagione dei prigionieri.
Il robusto ed elegante campanile della Chiesa di Sant'Andrea Apostolo sostiene due campane. Qui, il 19 giugno del 1867, un componente della banda musicale di Viterbo fu colpito dal battaglio staccatosi improvvisamente dalla campana.
Notevole anche la Chiesa di Santa Croce dei Mercanti, che presenta un portale ornato da un intreccio di viti, foglie e grappoli d'uva.
Su una foglia, in alto a sinistra, possiamo notare una lucertola che secondo alcuni è un segno di umiltà, mentre secondo altri un emblema di divina saggezza e buona fortuna.
Da cercare le scritte incise nella Loggia del Museo Civico di Viterbo, che pare siano opera di carcerati che vi erano rinchiusi intorno al 1760.
All'interno del Monastero di Santa Rosa, nel XV secolo c'era un carcere dedicato alle suore che opponevano resistenza.
La bellissima Fontana di Pianoscarano ha una copia di dimensioni ridotte nel cortile dell'edificio dell'Istituto autonomo case popolari di Piazza Tuscolo a Roma, mentre la Fontana di Piazza Fontana Grande ha una copia nella città di Rodi in Grecia.
Un'altra delle curiosità è che il Palazzo del Comune un tempo era un ricovero per malati mentali gestito dalle Suore.
Gastronomia
La cucina viterbese è legata alla storia e la tradizione del territorio. Tra i piatti tipici troviamo l'acquacotta, la pignataccia, la cicerchiata, il bagnone viterbese, la zuppa di ceci e castagne e la panzanella.
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